martedì 22 maggio 2018

recensione teen wolf

La trama sviluppata da Jeff Davis prende spunto dall’omonimo film di Rod Daniel con Michael J. Fox, ma ben presto le differenze tra i due prodotti si fanno sentire e ciò è dovuto alla serializzazione dell’idea di base.
Come permettere alla serie di evolversi? Aggiungendo nuove creature nel momento in cui l’attenzione sui licantropi rischia di annoiare. Grazie a questa scelta lo show si riempie di banshee, kanima, coyote mannari, kitsune, nogitsune e tutti i possibili “mostri” richiesti dallo scenario. Alla presenza quasi esagerata del soprannaturale a Beacon Hills c’è una spiegazione, data nel corso delle stagioni per giustificare le presenze passate e giustificare quelle future. Perché quel che è certo è che Davis riuscirà a inserire nella serie quante più creature possibili.Le prime due stagioni sono godibili nella mescolanza di elementi soprannaturali e dilemmi adolescenziali. Si passa da un susseguirsi di indagini alle partite di lacrosse, dai tentativi di tenere nascosti ai genitori una realtà che li sconvolgerebbe alle storie d’amore dei protagonisti, in particolar modo quella tra il licantropo Scott e la cacciatrice Alison Argent, ostacolata dalla famiglia di lei.Con così tante creature e con lo scopo di rendere la serie sempre più cupa, il filo si perde. E Davis non sembra in grado di recuperarlo.
Trame presentate nelle stagioni passate vengono riprese in quelle più recenti, personaggi vengono strappati dal contesto in cui erano stati inseriti per fare da guest star improvvisate. Non basta un breve previously all’inizio di ciascun episodio, ci vorrebbero ben più di trenta secondi per spiegare allo spettatore dove è arrivata la storia, chi sono quei volti già visti e cosa ci fanno lì, in quella nuova trama, con un nuovo ruolo; sembra darsi per scontato che lo spettatore ricordi ogni singolo dettaglio delle stagioni precedenti.
Gli episodi hanno preso l’abitudine di iniziare spesso con colpi di scena, una scelta che potrebbe essere favolosa se non fosse per l’assenza di spiegazioni vere e proprie o l’inserimento casuale di nuove creature mitologiche.Gli attori che interpretano i protagonisti adolescenti non sono una pessima scelta, ma è chiaro – soprattutto dalla terza stagione – che fra loro ce n’è uno che risalta più degli altri: Dylan O’Brien interpreta il simpatico Stiles, abile a cacciarsi nei guai come ad uscirne con la sua inesauribile parlantina; Stiles è innamorato di Lydia, la bella della scuola, e per lei è pronto a mettersi in ridicolo in ogni modo. Ben presto, tuttavia, saranno altri i modi in cui agirà e non solo per conquistarla, ma per salvare le vite dei suoi amici.
Dylan interpreta bene il divertente migliore amico del protagonista, tuttavia la sua bravura si manifesta soprattutto nei momenti più cupi, in cui il volto solare della serie si ritrova a compiere scelte terribili, a combattere contro se stesso, fino a interpretare due personaggi completamente opposti nello stesso momento.L’altro personaggio che si staglia sopra gli altri è Peter Hale, zio di uno dei protagonisti, Derek, e figura difficile da decifrare. Sembra volere il potere, sembra tenere alla famiglia Hale, sembra disposto anche a sacrificarla e altre contraddizioni che tuttavia hanno uno scopo preciso: creare un personaggio ambiguo, in grado di agire sempre per i propri fini riuscendo a manipolare perfino coloro che meno si fidano di lui.
Il problema di Peter è la sua quasi costante assenza nello show; viene sostituito da altri villain interessanti, ma meno incisivi, e la sua storyline passa dal sembrare conclusa a rimanere aperta per stagioni intere, senza una spiegazione logica.l dato musicale non è secondario. Uno dei pregi di MTV è l’apparizione, in basso a destra, del titolo e dell’interprete della canzone che in quel momento sta sostenendo la scena. Si tratta di brani più o meno conosciuti, più o meno moderni, una scelta che non distrae lo spettatore, ma lo aiuta a fruire di ciò che sta guardando.
La sigla, al contrario, non brilla per la musica, ma per la composizione visiva che cambia di stagione in stagione, in relazione ai nuovi personaggi e a quelli che hanno abbandonato, alternando i loro volti alle creature antagoniste di quel determinato momento.
voto 7

Nessun commento:

Posta un commento

recensione the walking dead

recensione the walking dead A breve riprenderà una delle serie cult di questi ultimi anni, ovvero  The Walking Dead . Si è ormai arrivati...