martedì 8 maggio 2018

recensione di Alice attraverso lo specchio

Recensione alice attraverso lo specchio







Alice attraverso lo specchio  è un film scritto e diretto da 
 James Bobin ed è chiaramente il sequel di alice in wonderland. Alice tornata a Londra dopo 3 anni d'assenza si ritrova a dover decidere se vendere la casa o il proprio vascello. A scompaginarle le carte in tavola il brucaliffo, proprio lui, che nei panni di farfalla la conduce svolazzando ad uno specchio magico, che una volta attraversato la riporta nel Sottomondo abbandonato anni prima. Qui Alice ritrova tutti i suoi amici, spaventati e preoccupati per la salute del Cappellaio Matto, che non sembrerebbe essere più in se. Mirana, la buona e gentile Regina Bianca, manda così Alice alla ricerca di Tempo e della Cronosfera, oggetto metallico dalla forma sferica custodito nella stanza del Grande Orologio che regola il trascorrere del tempo. Tornando indietro nel passato Alice potrà cambiarlo e far tornare la Moltezza all'amico Cappellaio, ma per riuscire nell'impresa dovrà vivere un'avventura che la porterà a solcare l’Oceano di Tempo, con la tirannica Regina Rossa ovviamente alle calcagna.Rendere possibile ciò che sembra impossibile, ma che impossibile non è, prendendo finalmente di petto quel tempo che non può avere solo accezioni negative, visto e considerato che regala vita, oltre a toglierla. Cavalcando fino all'ossesso i legami familiari dei protagonisti, con genitori e figli che si incrociano lasciando spazio ai rapporti tra sorelle, amici e gemelli, Bobin ha preso quel poco a lui affidato dallo script di Woolverton, povero e trascinato da svolte narrative leggere come una zolletta di zucchero, e l'ha inondato di effetti speciali, di fatto onnipresenti.
Il mondo posticcio creato da Burton nel 2010 ha qui ripreso forma in modalità ancor più marcata, tra stregatti, bianconigli, segugi, regine, leprotti marzolini, ghiri e Tempo, la vera ed unica novità di questo prequel/sequel che tutto o quasi ruota attorno a un inquietante Sacha Baron Cohen, qui creatura metà umana e metà orologio. Una sorta di Dio immortale che vive nel castello dell'eternità e che tutto sa e tutto decide, e a cui Alice ruba la sua stessa essenza vitale, in modo da poter viaggiare nel passato per provare a modificarlo.
Ed è qui che il film si fa godibile, dopo un avvio noioso e infantile, perchè in grado di raccontarci la genesi di alcuni dei più famosi personaggi creati da Carroll, vedi il perché della gigantesca testa della Regina Rossa, dell'odio nei confronti dell'apparente candida sorella e del suo disprezzo nei confronti delle rose, ma anche il motivo del ripetuto thé con non compleano del povero Leprotto Marzolino. Un banale stratagemma per tramutare improvvisamente il sequel in prequel, viaggiando continuamente avanti e indietro nel tempo e nei due mondi tra realtà e immaginazione. Esageratamente lungo, tedioso e contraddistinto da un'ironia risibile, Alice attraverso lo Specchio paga nuovamente lo scotto di uno script dannatamente leggero nell'uso che fa dei suoi protagonisti, e in questo caso paradossalmente ancor più indirizzato ad un pubblico bambinesco.
voti:
Storia 8
Attori 9
effetti speciali 7 1/2

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